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Stili educativi e pensiero disfunzionale



genitori figlioCome si è potuto notare, una caratteristica del pensiero irrazionale è che esso porta a reazioni emotive estreme e non aiuta a raggiungere i propri obiettivi. Ma perché allora gli individui ricorrono così frequentemente a tali errori di pensiero? Albert Ellis ritiene che si tratti di una tendenza in gran parte innata, cioè di una naturale predisposizione della mente umana. Altri autori ritengono che la società e le influenze culturali, inclusa l'educazione impartita durante l'infanzia, modellino e rinforzino il nostro pensare irrazionale. Al riguardo sono stati individuati alcuni stili educativi particolarmente disfunzionali in quanto facilitano l'acquisizione di una visione del mondo piuttosto irrazionale.

Stile iperansioso

E' riscontrabile in quei genitori che si preoccupano eccessivamente per la sicurezza fisica del bambino. Una mamma potrebbe, ad esempio riprendere il bambino con commenti del tipo: "Non salire sull'albero, potresti cadere", "Non correre, potresti inciampare e spaccarti la testa", "Non salire sul muretto, potresti scivolare e romperti una gamba", "Non toccare il gatto, potrebbe avere le pulci". Un bambino che si sente frequentemente lanciare messaggi di questo tipo apprenderà una visione della vita basata su convinzioni del tipo: "I pericoli sono dappertutto e potrebbero succedere cose orribili"; "Bisogna stare sempre all'erta e preoccuparsi in continuazione di ciò che può accadere"; "Si può stare tranquilli solo se si ha la certezza che le cose vadano bene". I genitori nei quali prevale questo stile educativo tendono ad  avere figli timidi, paurosi, insicuri e alla ricerca ossessiva di sicurezza. Con un  atteggiamento di questo genere , il bambino ha molte probabilità di diventare un adulto ansioso. Si verifica una sorta di contagio emotivo che avviene attraverso la mediazione di questo tipo di messaggi che il genitore trasmette in continuazione al bambino.

Stile iperprotettivo

Lo stile iperprotettivo ha delle caratteristiche simili a quello iperansioso, però anziché stare in ansia per l'incolumità fisica del bambino, in questo caso il genitore si preoccupa dell'incolumità emotiva in modo eccessivo. Si tratta di genitori che cercano di evitare al bambino ogni minima frustrazione, perché temono che potrebbe soffrire in modo irreparabile per il resto della sua vita. Ciò può costituire un grosso problema in quanto viene ostacolata nel bambino la possibilità di imparare a tollerare i disagi e le frustrazioni. Il bambino viene al mondo con una capacità di tollerare la frustrazione che è a livello zero. La tolleranza ad essa si sviluppa gradualmente con l'esperienza durante la crescita, ma se il genitore impedisce questo sviluppo, il bambino si sentirà sopraffatto quando si troverà in circostanze che provocano in lui disagio o sofferenza anche minima.
 I genitori che adottano questo stile educativo temono di sentirsi in colpa se non riescono a eliminare tutte le possibili fonti di disagio dalla vita del bambino, per cui spesso  riversano sul bambino dimostrazioni di affetto in modo eccessivo e indiscriminato, rinforzando in lui anche la tendenza ad evitare le difficoltà. Il modo di pensare di questi genitori è caratterizzato da convinzioni del tipo: "I bambini non devono mai ricevere nessuna frustrazione"; "Ogni esperienza spiacevole può diventare un trauma che segnerà per sempre il bambino"; "E' terribile se il mio bambino sperimenta una sofferenza anche minima, quindi devo prevenire ad ogni costo che ciò avvenga"; "Il mio valore dipende da come mi comporto come genitore, quindi devo assolutamente evitare ogni possibile errore".
 Questo stile educativo crea spesso bambini con bassa tolleranza alla frustrazione ed eccesso di egocentrismo. Più frequentemente ancora genera bambini insicuri, non preparati ad affrontare reazioni diverse da quelle a cui si sono abituati nell'ambiente familiare. Diventa difficile, per questi bambini, prevedere quale possa essere per loro il comportamento più adeguato da adottare ed in seguito a ciò spesso cominciano a considerare "terribili" le conseguenze di eventuali azioni sbagliate e a nutrire dubbi sul proprio valore personale.

Stile ipercritico

Questo stile educativo è caratterizzato dalla tendenza a notare ed ingigantire gli errori e i difetti commessi dal bambino. L'adulto sarà sempre pronto ad intervenire per notare ogni minimo difetto, ogni comportamento negativo senza mai far caso, invece, ai comportamenti positivi, adeguati; quindi l'interazione col bambino avviene quasi esclusivamente sotto forma di rimproveri. E' un modo di rapportarsi caratterizzato da un'elevata frequenza di comportamenti di critica che possono essere manifestati apertamente oppure in modo sottile. Tali comportamenti sono: rimproveri eccessivi, rimbeccate, manifestazioni di biasimo, commenti moralistici, messa in ridicolo del bambino, svalutazione del bambino. In questo caso l'adulto difficilmente nota i comportamenti adeguati del bambino, mentre è sempre pronto a coglierlo in fallo. Questo stile determina nel bambino paura di sbagliare, paura di essere disapprovato, isolamento sociale, basso livello di autostima, comportamenti di evitamento.

Stile perfezionistico

E' tipico di quei genitori che considerano sbagliato tutto ciò che non è perfetto al cento per cento, in quanto esigono, dai propri figli, livelli di prestazione molto elevata, senza essere abbastanza oggettivi nel considerare quali siano le difficoltà del compito. Questo stile educativo è sostenuto dalla convinzione che bisogna riuscire bene in tutte le cose e che il valore di un bambino, come quello dei suoi genitori, dipende dai successi che egli riesce a conseguire. Tali genitori comunicano al bambino che egli vale qualcosa e merita di essere amato solo se riesce in tutto quello che fa. Il bambino acquisisce egli stesso un atteggiamento perfezionistico ed impara a temere la disapprovazione ed il rifiuto qualora non riesca completamente bene in ciò che intraprende. Tutto ciò porta il bambino ad essere molto in ansia quando si cimenta in qualcosa di impegnativo (compiti, esami, gare ecc.) in quanto la possibilità di sbagliare viene considerata una catastrofe.

Stile incoerente

I genitori che presentano questo stile tendono a gratificare o a punire il bambino a seconda del loro umore anziché in base all'adeguatezza o meno del comportamento. L'incoerenza può essere intrapersonale, come nel caso suddetto, oppure può essere interpersonale, quando i genitori reagiscono in maniera differente allo stesso comportamento. Si tratta di genitori che spesso rimproverano il bambino per i suoi errori senza stabilire con lui delle regole chiare. Chi adotta uno stile educativo caratterizzato da incoerenza tende a coltivare convinzioni del tipo: "Qualsiasi cosa io senta di fare è giusta"; "E' troppo faticoso cercare di essere coerenti"; "Sono troppo debole e privo di risorse per sapere ciò che è giusto fare".



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