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DIETE DIMAGRANTI

L’OSSESSIONE PER IL PESO

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Piatto di spaghettiL'attuale pregiudizio contro le persone con un peso abbondante è in gran parte il risultato del business che ruota attorno alla magrezza. Siamo psicologicamente condizionati da coloro che gestiscono il giro di miliardi che ruota attorno al culto della magrezza. Ci auguriamo che questi brevi note possano dare sollievo a molte donne afflitte dall’idea di avere qualche chilo di troppo.

Innanzitutto è bene ricordare che il culto della magrezza è soprattutto un fenomeno di costume che ben poco ha a che fare con il vero benessere psicofisico della donna. Ad un convegno internazionale sui disturbi alimentari psicogeni è emerso che buona parte delle modelle (anche alcune “top”) hanno un fisico da anoressiche. Esaminando il loro corpo messo a nudo, non si distingueva da quello di alcune donne internate nei campi di concentramento nazista. C’è da chiedersi, allora, come mai si è diffuso in questi ultimi tempi un senso dell’estetica femminile ai limiti della patologia. La risposta crediamo sia possibile trovarla considerando il commercio che ruota attorno a questo culto della magrezza. Basti pensare ai miliardi che vengono spesi in prodotti dimagranti, palestre, accessori ginnici, massaggi, diete, farmaci, visite mediche, cliniche private. E poi c’è il mondo della moda che detta legge: o sei esile e inossidabile o non vali niente. Naturalmente per uno stilista è molto più facile vestire una donna “grissino” piuttosto che una donna con tutti i suoi attributi femminili ben presenti, qualsiasi straccio cade bene su di una creatura scheletrica.

Tutto questo ha un risvolto decisamente negativo sulla salute fisica e mentale della donna. I casi di anoressia mentale sono sempre più in aumento e buona parte di questi sono collegati alla massiccia propaganda che impone un certo standard di bellezza femminile. Le adolescenti sono soggetti particolarmente a rischio, in quanto anche un leggero disagio emotivo può renderle più vulnerabili e quindi più condizionabili. Ciò è dimostrato anche dal fatto che in quest’ultimo decennio si è abbassata notevolmente l’età minima in cui ha esordio l’anoressia nervosa.

Un altro dato interessante ha a che fare con il tono dell’umore. E’ stato riscontrato che le donne meno preoccupate del loro peso, tendono ad essere più ottimiste, più di buon umore e quindi meno esposte ai rischi della depressione. Insomma una donna può essere bella e felice anche con qualche in chilo in più.

A proposito di depressione, vale la pena notare come alcune donne in sovrappeso siano cadute vittime di questo disturbo proprio in seguito a cure dimagranti intensive, in cui veniva fatto ampio uso di terapie farmacologiche. Purtroppo è ancora diffusa la tendenza a prescrivere con una certa “leggerezza” farmaci dimagranti.

Esiste poi uno stretto legame tra desiderio di dimagrire e consumo di sigarette. Molte donne in sovrappeso tendono a fumare molto, in quanto questo sembra che le aiuti a non ingrassare ulteriormente. Così facendo, il presunto rimedio viene ad arrecare un danno molto maggiore di quello che avrebbe dovuto scongiurare.

Concludiamo questo argomento con una considerazione interessante, anche se poco edificante. Nell’ambito della sociobiologia è stato evidenziato che quando una specie animale si avvia verso il declino, i caratteri sessuali collegati alla riproduzione cominciano a perdere la loro funzione di richiamo nei confronti del maschio. Visto in questa prospettiva, il diffondersi di uno stereotipo di femminilità basato su un modello di donna efebica e asessuata acquisterebbe un segnale veramente allarmante.

A questo punto non rimarrebbe che augurarsi un ritorno all’estetica femminile del cinema anni ‘50, se non proprio a quella rinascimentale!

(Tratto da Lo stress dell’insegnante, di Mario Di Pietro, Edizioni Erickson)